Be’, beh, bè

Be’, beh, bè

behEh be’… se ne vedono di tutti i colori.

Se volete conoscere se sia più corretto be’, beh o bè, ora ve ne spieghiamo anche il perché, se pensate che non sia importante, continuate pure a fare il verso alle pecore.

Va be’, ma non vuol dir niente, no?

Supponiamo che uno dei motivi per cui “be’” si vede in giro in grafie tanto disparate consista nel fatto che ha perso un po’ di significato, cioè viene usato come intercalare, come “verso”, e pertanto si ritiene sia sufficiente riprodurre fedelmente il suono.

Tragicamente, così è, perfino la Treccani si è rassegnata alle mille grafie, ma il punto è un altro: che cosa significa?

“Be’” significa “bene”. Anzi, è proprio la parolina “bene” che – dovendo essere usata come un intercalare – ha perso la parte finale, per poter essere pronunciata rapidamente, in modo distratto e pigro, senza neanche arrivare in fondo alla parola.

Così, il modo migliore di scrivere “be’” è con l’apostrofo, allo stesso modo in cui è con l’apostrofo l’unico modo giusto di scrivere “un po’” (e con tutti i siti che lo dicono e i grammar-nerd come noi che ve lo suggeriamo, se lo sbagliate ancora lo fate apposta, e vi meritate le prese in giro).

Bè con l’accento esiste perché ricalca perfettamente il suono di be’ (la /e/ di “bene” è molto aperta e ci vuole l’accento grave per farlo sentire, ne conveniamo), e siccome è ormai un versaccio, ce lo facciamo andare bene lo stesso. Non ci piace tanto, ma ormai ce l’abbiamo e ce lo dobbiamo tenere.

Beh con l’acca ci fa un po’ paura, ma è molto diffuso.
Ipotizziamo che nasca come retroformazione dalla forma elisa, che è un modo incomprensibile per dire che ci immaginiamo che a un certo punto, quando si sono visti in giro tanti be’ (con l’apostrofo), qualcuno si sia domandato al posto di cosa potesse stare l’apostrofo e si sia risposto “h”, perché il suono è lungo.
Non prendete per vera questa storia, è una spiegazione che ci siamo inventate per farcene una ragione, dovete capire che per noi è molto difficile concepire che possano esserci più grafie di uno stesso lemma…

Be’? Tutto chiaro?

Come scegliere tra be’, beh e bè?

Siccome c’è molta tolleranza, non serve che stiate là a scervellarvi, nessuno vi dirà niente se usate una versione meno “pura”.
Per vostra informazione, la più corretta ci sembra be’, perché ricalca e rispetta il percorso attraverso il quale questa parolina è nata.
Diciamo che se fate un commento su un social, potete scriverlo senza pensieri (anche se aggiungere sciatteria a una categoria di testi già sciatti non ci pare una bella idea), se, invece, scrivete un tema o un testo che deve apparire curato, sarebbe meglio rifletterci un momento e optare per la versione apostrofata.

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