Ci sono alcune parole che, quando vengono espresse nel parlato, hanno lo stesso suono all’interno di una frase, ma il contesto in cui vengono inserite dà loro un significato diverso. Se, in un discorso, nessuno bada a queste differenze, le cose cambiano nel momento in cui si scrive.
Non dannatevi l’anima a pensare a quali parole mi sto riferendo. In un articolo precedente, abbiamo già trattato questo argomento. Ricordate quale? No? Bravi! Non ve lo dirò, così capirete alla fine qual è e ve lo andate a rileggere.
Conoscerete sicuramente la preposizione “Da”, vero? Scontato che sia così, saprete altrettanto bene che ha due varianti: “Da’” e “Dà”. Naturalmente, hanno tre significati diversi e ben precisi, non sono intercambiabili tra loro e l’utilizzo dipende da cosa si vuole comunicare realmente.
Da, dà e da’: comprendere le differenze
È fondamentale, nella grammatica italiana, comprendere bene il significato che una stessa parola può avere in diversi contesti scritti. I tre omonimi, oggetto della nostra analisi odierna, possono facilmente trarre in inganno, considerato che nel parlato questa differenza non si nota assolutamente.
Vediamo le differenti interpretazioni che dà il vocabolario di questa parola:
- Da: “Preposizione semplice che, fondendosi con gli articoli determinativi, forma le preposizioni articolate dal, dallo, dalla, dai, dagli, dalle”.
- Da’: “In forma contratta, seconda persona singolare dell’imperativo del verbo dare”.
- Dà: “Forma contratta della terza persona dell’indicativo presente del verbo dare”.
Andiamo adesso ad analizzare meglio quanto affermato dal vocabolario. Per quanto riguarda la preposizione semplice Da, credo che un’analisi non sia necessaria. D’altronde, viene utilizzata talmente spesso che appare superfluo spiegarvi il suo utilizzo, vero? Bravi, ho sentito il vostro “Sì”.
Per quando riguarda Da’, parliamo della forma contratta del verbo dare. Come lo coniughiamo al presente nella seconda persona singolare? Dai, giusto? Togliendo, quindi, la “i”, abbiamo “Da’”. Facciamo alcuni esempi:
- Da’ qualcosa a quel povero mendicante!
- Da’ una mano a tuo fratello con i compiti!
Ecco invece dà con l’accento, che è sempre il verbo dare ma, nella fattispecie, alla terza persona dell’indicativo presente. Rispetto alla forma precedente, viene più utilizzata in quanto meno più informale e meno confidenziale. Esempi? Eccoli:
- Antonio mi dà tantissima fiducia.
- Mio figlio mi dà solo pensieri.
Il contesto è fondamentale
Gli errori grammaticali si possono evitare soltanto conoscendo bene la grammatica italiana, su questo non c’è dubbio. Il contesto, spesso, assume un’importanza vitale se si vuole scrivere correttamente. Per quando riguarda Da, Dà o Da’, nel linguaggio parlato il problema è sempre presente poiché difficilmente prestiamo attenzione alla a accentata e alla necessità di pronunciarla in modo più marcato quando il contesto lo richiede.
Invece, quando si scrive, questa attenzione diventa fondamentale per evitare di commettere errori. In realtà, sbagliare è molto difficile, perché in una frase è facile riconoscere la preposizione dal verbo avere. Basta semplicemente ricordarsi che Da’ è l’imperativo presente del verbo dare che ha perso la i, mentre Dà con l’accento è la terza persona dell’indicativo presente. Tutto chiaro? Alla prossima!