Siete ansiosi di sapere qual è l’argomento che tratteremo oggi, vero? Per premiare la vostra fedeltà, parlerò di avverbi, nello specifico quelli di luogo. La prestigiosa enciclopedia online “Treccani” definisce gli avverbi di luogo come “essenziali per specificare il luogo di un’azione, la collocazione di una persona o di un oggetto nello spazio e la distanza di una persona o di un oggetto rispetto a chi parla o ascolta”.
Rispetto ad un luogo (conosciuto o sconosciuto), i principali di questi avverbi sono: “dentro, fuori, sopra, sotto, dietro, davanti, vicino, accanto, lontano, intorno, su, giù, qui, qua, quassù, qua sotto, lì, là, laggiù, là sopra”.
Siccome l’argomento principale riguarda l’avverbio “Qui”, mi preme fare una distinzione tra il gruppo “qui, qua, quassù, qua sotto” e “lì, là, laggiù, là sopra”. Il primo indica un luogo vicino a chi parla e lontano da chi ascolta, mentre il secondo indica un luogo lontano sia da chi parla che da chi ascolta.
All’interno di entrambi i gruppi ci sono delle differenze: qui e i suoi composti indicano un luogo ben definito, mentre qua e i suoi composti vengono utilizzati quando bisogna indicare un’area priva di una determinazione precisa; stesso discorso vale per lì e i suoi composti e là con i suoi.
Si scrive qui o quì?
Secondo voi, se io scrivo “Quì vicino a me”, sto utilizzando la forma giusta o meno? Per i più grandicelli: provate ad andare indietro nel tempo e a ricordavi come la maestra elementare vi insegnava dicendo “su qui, quo, qua l’accento non ci va!”. Anche se sono convinto che tutti voi sapevate già che la forma giusta è “Qui vicino a me”, rinverdire quella vecchissima filastrocca di natura scolastica è stato bello!
Mettere l’accento su qui non è un evento raro, anzi viene commesso più spesso di quanto possiate pensare. Filastrocca o meno, la regola grammaticale afferma che sui monosillabi l’accento non deve mai e poi mai essere messo. Naturalmente le eccezioni ci sono e riguardano parole come la, li e si, che possono essere anche scritte là, lì e sì. Si tratta di “omofonia”, ossia quando due o più parole o locuzioni diverse hanno suono uguale. Non vi è chiaro il concetto? Bene (anzi male)! Vi metto qualche esempio per farvi capire di cosa parlo e quando mettere o non mettere l’accento:
- “Ho visto una gatta passare proprio da là” – “È passata la gatta”.
- “Sì, ho preso insufficiente!” – “Si deve sempre ringraziare il prossimo”.
- Guarda lì! Un ufo!” – “Li ho visti baciarsi”
Chiaro adesso? Alla prossima!