Noi italiani e la nostra lingua a volte non andiamo d’accordo. Un assunto il mio che si basa su dati oggettivi e unidirezionali. In fondo, le regole grammaticali esistono da sempre ed hanno subito modifiche leggere o sostanziali nel corso dei secoli; siamo noi che sovente le calpestiamo in modo arbitrario, pensando erroneamente di possedere una sorta di “nulla osta” che ci dà il diritto di parlare o scrivere come ci pare e piace.
Di chi è la colpa? Del sistema scolastico? Dei social media? Della vita frenetica che facciamo e che ci porta ad utilizzare un linguaggio “veloce” e “approssimativo”, scevro di qualsiasi regola grammaticale? È difficile dare una risposta esaustiva che escluda un’ipotesi piuttosto che un’altra. Se proprio vogliamo dirla tutta, i peggiori errori grammaticali vengono riscontrati nel Web; questo non vuol dire che sono poco presenti o totalmente assenti in ambiti e ambienti dove, teoricamente, non dovrebbero esistere. Mi riferisco alla scuola, nei compiti in classe, nei test di ammissione e negli articoli dei giornali.
Fra gli errori più frequenti commessi c’è l’utilizzo della virgola, probabilmente la punteggiatura più importante della lingua italiana. Imparare ad usarla correttamente rende più fluida e strutturata una frase e più comprensibile il relativo concetto che viene espresso all’interno della stessa. Insomma, la virgola è uno strumento stilistico a tutti gli effetti.
Quando utilizzare o non utilizzare la virgola?
Non vorrei essere frainteso da chi tra voi si trova in difficoltà con l’utilizzo della virgola se affermo che la differenza tra un bravo e un mediocre scrittore sta proprio nell’utilizzo errato di questa punteggiatura. A sua difesa voglio però dire che la nostra lingua lascia spazio ad una certa flessibilità in merito; resta però l’importanza di conoscere bene quando la virgola va utilizzata e quando no. Ecco i casi specifici:
Per separare gli elenchi. La virgola va utilizzata quando all’interno di una frase vanno separati tra loro elenchi di varie cose. Un esempio? “I quattro elementi della natura sono l’acqua, il fuoco, la terra e l’aria”. Ricordare sempre che l’ultima parola dell’elenco non deve essere separata dalle altre con la virgola ma tramite la congiunzione “e”.
Non deve mai essere utilizzata tra soggetto e predicato. Nonostante sia una delle regole fondamentali della lingua italiana, viene a volte disattesa. Come segno di interpunzione, la virgola corrisponde a una breve pausa atta a separare degli elementi dentro una frase. Soggetto e predicato verbale sono parte fondamentale in un discorso e, in quanto tale, non vanno mai separati dalla virgola.
Per separare una preposizione principale da una subordinata. Non viene considerata come regola fissa, ma piuttosto come “saggio” consiglio. Un esempio? “Sebbene il tempo minacciasse pioggia, Antonio decise di uscire a fare footing”.
Per segnalare un inciso. L’inciso è una frase, di solito breve, che viene inserita all’interno di un’altra frase per aggiungere ulteriori particolari; siccome non è indispensabile, va isolata con due virgole. Esempio: “L’amore, così come l’amicizia, è un sentimento meraviglioso”.
Per separare interazioni ed evocativi. Per rendere un messaggio tra persone il può chiaro possibile, onde evitare fraintendimenti, l’uso della virgola è richiesto. Un esempio? “Ehi, ti andrebbe una bella pizza?”.
Memorizzando bene le regole elencate sopra, l’utilizzo della virgola non darà più adito ad errori grammaticali. Mi raccomando! Alla prossima!