Cos’è una parola omografa? Te lo spiego con esempi semplici

Ti è mai capitato di leggere una parola e accorgerti che, pur scritta sempre allo stesso modo, può avere due significati completamente diversi? Se sì, sappi che ti sei imbattuto in una parola omografa.

Il termine può suonare un po’ tecnico, ma il concetto è molto più semplice di quanto sembri. Le parole omografe sono quelle che si scrivono allo stesso modo, ma assumono significati diversi, a seconda di come le usi in una frase. A volte cambia anche la pronuncia, perché l’accento cade su una sillaba diversa, ed è proprio questo a farne cambiare il senso.

Facciamo qualche esempio pratico

Il modo migliore per capirle è vederle all’opera. Ecco alcune parole omografe che sicuramente conosci già:

  • Pesca
    • “Ieri ho mangiato una pesca dolcissima.” (il frutto)
    • “Domani andiamo a pesca al lago.” (l’attività)
  • Porta
    • “Chiudi la porta prima di uscire.” (il sostantivo)
    • “Marco porta sempre con sé il tablet.” (il verbo)
  • Ancora
    • “Abbiamo gettato l’ancora in mezzo al mare.” (oggetto per fermare una barca)
    • “Vorrei mangiarne ancora un po’.” (avverbio di tempo)

Come vedi, è il contesto a fare la differenza. La parola resta identica, ma il significato cambia, a volte anche in modo radicale.

Perché è utile conoscerle?

Riconoscere una parola omografa ti aiuta a leggere e scrivere meglio. Se stai scrivendo un testo, che sia un’email di lavoro, un articolo, o un post sui social, sapere che una parola può avere due (o più) significati ti evita fraintendimenti. E se stai parlando in pubblico o leggendo ad alta voce, sapere dove cade l’accento giusto fa tutta la differenza.

In poche parole, le parole omografe sono piccoli tranelli della lingua italiana, ma anche un modo per giocare con le parole e arricchire il proprio vocabolario. Basta farci un po’ l’orecchio e diventerà tutto naturale.

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