Come avete trascorso questi due giorni festivi? Io a casa con la mia famiglia, e suppongo anche voi. Niente assembramenti con amici o parenti, niente gite fuori porta sui prati, tra gli alberi o sotto il sole delle spiagge. Purtroppo quest’anno è andata così, per il prossimo si vedrà. La salute prima di tutto, per il divertimento c’è sempre tempo.
Visto che il confinamento dentro casa ha lasciato poco spazio alla distrazione, spero che abbiate trovato il tempo per riflettere sui diversi “enigmi” grammaticali che abbiamo trattato negli articoli precedenti. Tranquilli: non ho intenzione di rimproverarvi se non lo avete fatto. Probabilmente, avevate tra le mani cose più interessanti, come lo smartphone, un joypad o il telecomando della TV. “Magari un libro, no?!”, starà dicendo qualcuno di voi. Ottimo, leggere è fondamentale per imparare a scrivere correttamente. Inoltre, crearsi un personalissimo bagaglio culturale significa costruire mattone dopo mattone la visione soggettiva della realtà odierna e delle sue molteplici sfaccettature.
Ritornando alla consueta disamina della lingua italiana, tratterò un tema assai spinoso e che spesso mette in difficoltà tanti: l’utilizzo degli accenti. Come ci hanno insegnato i nostri professori, la nostra è una lingua assai complessa e basta veramente poco per commettere un errore grammaticale. Nella fattispecie, parlerò del “di”.
Di, di’ e dì: quando utilizzarle?
Vi sarà capitato, mentre scrivevate, di incapparvi in questa parola tanto piccola ma altrettanto facile da utilizzare nel modo sbagliato. Rivolgiamo, come sempre, le nostre suppliche al vocabolario per farci partecipi del sapere divino della lingua italiana:
- Di: “Una delle preposizioni fondamentali, simbolo del caso genitivo; è suscettibile di elisione davanti a vocale e in unione con l’articolo determinativo forma le preposizioni articolate del, dello, della, dei, degli, delle, valide anche come articoli partitivi”.
- Dì: “Sinonimo di giorno, usato, soprattutto nel passato, nelle date, in espressioni tradizionali o in o anche in espressioni familiari”.
- Di’: “imperativo presente del verbo dire, seconda persona singolare”.
A prima vista, non è così complesso comprendere quando utilizzare l’accento. Basta soltanto mettere un po’ di attenzione e si evitano errori.
Un esempio può sciogliere i dubbi
Più che un esempio, direi che ne servono alcuni per indirizzarvi correttamente verso la direzione giusta. Per quando riguarda la preposizione di:
- La casa di Antonio è molto vicina al mare.
- Sono felice di essere qui insieme a voi.
- Questo suo modo di agire non è simpatico.
Ecco, invece, alcune frasi con il sinonimo dì:
- Qualcuno per il dì delle feste.
- Il buon dì si vede dal mattino.
- Ci vediamo a mezzodì.
Infine, ecco quando usare di’:
- Di’ a tua madre di utilizzare una crema idratante.
- Di’ quello che ti pare, ma per me era calcio di rigore.
- Di’ pure la verità, è meglio!