Perché, poiché e i loro cugini stranieri

perchepoicheAbbiamo pensato di cominciare bene l’anno e dedicare il primo articolo a una regola che non c’è… o non c’è più, non ne siamo certe, ma tanto non ci interessa.

Vi invitiamo, semplicemente, a fare una riflessione sulla meraviglia delle lingue, così, quando vi accosterete a una nuova, non vi lascerte scoraggiare facilmente.

Perché mai?

All’inizio dello studio di alcune lingue – ci riferiamo, in particolare, a inglese, francese e tedesco – sembra inutilmente complicato avere due parole per dire “perché”, una da usare nelle domande, una da usare nelle risposte (o nelle frasi affermative… le frasi normali).

Ebbene, la “notizia” è che anche l’italiano farebbe volentieri la stessa distinzione, solo che siccome qualcuno (più di qualcuno) ha smesso di farla, a un certo punto è diventato normale, e accettato, non farla più.

È vero che non è comune iniziare una risposta con poiché, ma non è inusuale usarlo per iniziare a dare una spiegazione, il che rappresenta una situazione piuttosto simile.

Esempio:

Domanda: “Perché vai via?”, non domanderemmo mai “Poiché vai via?”.

Risposta: “Poiché mi hai stufato con tutte queste regole, me ne vado!”, rispondo usando il poiché, spiego perché me ne vado, anche se è raro che risponda semplicemente “Poiché mi hai rotto!”.

Non perdetevi in un bicchier d’acqua, quindi, amati alunni, e ricordate questa distinzione.

Sarà più facile, d’ora in poi, ricordare e usare correttamente la distinzione fra why e because, pourquoi e parce que, warum e weil, e tutti i loro analoghi in lingue che ora non ci vengono in mente.

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