Avete mai sentito il modo di dire “parla come mangi”? Se sì, sapete cosa significa? Non vi scomodate se ne ignorate il significato, ve lo dico io: si dice a chi parla difficile quando non è necessario, ma dovrebbe farlo invece in modo semplice, così come il nostro modo di mangiare.
Vi starete chiedendo perché ho voluto citare questo modo di dire, giustamente. Ve lo dico subito: perché mi piaceva citarlo, semplice! Sto scherzando naturalmente. Ogni citazione deve essere finalizzata per esporre un concetto, ma che si incanala poi in una considerazione al di fuori della citazione stessa.
Il linguaggio semplice viene utilizzato tantissimo rispetto a quello più complesso o articolato. Il fatto che sia semplice non deve però portare ad una forma errata del parlato, perché poi l’errore molto spesso viene ripetuto quando bisogna scrivere. Quindi, il “parla come mangi” potrebbe, in questo caso, diventare “scrivi come parli”. Vuoi scrivere correttamente? Allora parla altrettanto correttamente.
Ci sono, però, alcune tipologie di errori che nemmeno il parlato corretto può evitare se non si conoscono bene le regole grammaticali, tipo quando bisogna utilizzare la “D” eufonica.
Che cos’è la D “eufonica” e quando si utilizza?
Qualcuno di voi, in questo momento, si starà grattando la testa cercando di tirare fuori la risposta. Smettetela di procurarvi un’inutile irritazione, ve lo spiego io. La D eufonica è quella che viene aggiunta alla A e alla E, che diventano AD e ED.
Per comprendere bene cos’è la D eufonica, è importante prima capire cosa sia l’eufonia. Come sempre, il vocabolario ci spiega esattamente il significato: “eufonìa – Buon suono, suono piacevole. In particolare, impressione gradevole data dall’incontro di certi suoni nel corpo di una parola o in parole consecutive, talora invocata in linguistica per spiegare taluni casi di assimilazione o di anaptissi”.
Sto parlando di un fenomeno contemplato dalla lingua italiana che comprende diverse lettere, le quali hanno funzione eufonica. Nel nostro caso, stiamo parlando della D, ma ci sono anche la R e la I.
La D eufonica viene utilizzata in italiano sia quando si parla che quando si scrive. “Io non la uso mai quando parlo”, dirà qualcuno. Ti sbagli invece, la usi sempre, soltanto che non te ne accorgi. Prova a dire “ad esempio” sia velocemente che lentamente. Hai notato come, anche nel primo caso, la D eufonica si sente?
D eufonica… dilemma risolto!
In definitiva, quando avviene un incontro tra vocali in un discorso, tipo “A” e “ECCEZIONE”, per evitare che venga dato adito ad una cacofonia o ad una difficoltà di pronuncia, viene aggiunta la lettera D alla particella “A”.