I superlativi irregolari e comparativi

I superlativi irregolari e comparativi

In grammatica italiana, nel campo degli aggettivi esistono quelli comparativi e superlativi irregolari, che possono essere classificati in tre categorie principali:

  • parole che terminano in –errimo;
  • parole che terminano in –entissimo;
  • parole che fanno parte dei comparativi e superlativi organici.

Il vocabolario definisce il grado comparativo dell’aggettivo “la possibilità di stabilire un rapporto di uguaglianza, maggioranza o minoranza fra attributi assegnati a persone o cose, o avverbi che determinano predicati verbali: altrettanto bello, più bello, meno bello; altrettanto bene, meglio, meno bene”. Invece, il superlativo viene definito il “grado della comparazione grammaticale per il quale si spinge all’estremo il valore dell’aggettivo o dell’avverbio, sia in senso assoluto (bellissimo, prestissimo), sia relativo (il più bello, al più presto)”.

Superlativi in -errimo

Con la consapevolezza che il superlativo di un aggettivo di grado positivo si forma tramite la desinenza –issimo, quelli in –errimo si formano utilizzando il modello latino degli aggettivi in ER. Eccone alcuni:

  • Acerrimo, che deriva da acre.
  • Asperrimo, che deriva da aspre.
  • Celeberrimo, che deriva da celebre.
  • Integerrimo, che deriva da integro.
  • Miserrimo, che deriva da misero.
  • Saluberrimo, che deriva da salubre.

Superlativi in -entissimo

I superlativi irregolari finiscono anche in –entissimo, desinenza che nasce dalle parole che finiscono in –ente, come “nutriente”, “beneficente” e “benevolente”. Applicando –entissimo, queste parole si trasformano in “nutrientissimo”, “beneficentissimo” e “benevolentissimo”.

Questa tipologia di superlativi irregolari viene scarsamente utilizzata nella lingua parlata italiana in quanto gli viene preferita la forma regolare (asprissimo) o l’utilizzo dell’avverbio (molto aspro).

Comparativi e superlativi organici

Infine, ci sono gli aggettivi comparativi e superlativi organici, che vengono costruiti in base al modello corrispondente degli aggettivi latini. Eccone alcuni:

  • Buono:
  1. Comparativo di maggioranza: “migliore”, “più buono”;
  2. Superlativo relativo: “il migliore”, “il più buono”;
  3. Superlativo assoluto: “ottimo”, “buonissimo”.
  • Cattivo:
  1. Comparativo di maggioranza: “peggiore”, “più cattivo”;
  2. Superlativo relativo: “il peggiore”, “il più cattivo”;
  3. Superlativo assoluto: “pessimo”, “cattivissimo”.
  • Grande:
  1. Comparativo di maggioranza: “maggiore”, “più grande”;
  2. Superlativo relativo: “il maggiore”, “il più grande”;
  3. Superlativo assoluto: “massimo”, “grandissimo”.

La carrellata dei comparativi e dei superlativi organici non finisce certo qui: nel corso del tempo, alcune forme sono riuscite a mantenere intatta la propria funzionalità. È il caso di comparativi come “anteriore”, “esteriore”, “inferiore”, “interiore”, “superiore” e superlativi come “estremo”, “intimo”, “infimo”, “postumo”, “primo” e “ultimo”. I citati aggettivi sono privi di un grado positivo di riferimento; per questo motivo hanno perso totalmente i tratti semantici del comparativo di maggioranza e del superlativo. Alla prossima!

Post Comment

5 − due =