“Qualcun altro” o “Qualcun’altro”: qual è la forma esatta?

Se avete studiato bene la grammatica, sapete benissimo cosa sono i pronomi indefiniti. Visto che amate leggere le mie spiegazioni, anche questa volta vi rinfrescherò la memoria.

I pronomi indefiniti (e i relativi aggettivi) sono una categoria molto ampia dalla funzione specifica: indicare e definire qualcosa o qualcuno in modo generico e non determinato. In base alla loro funzione, sono suddivisi in quattro categorie:

  • Singolativi, ossia quelli che, anche se in maniera non precisata, fanno riferimento ad una persona o cosa soltanto. In questa categoria sono annoverati pronomi come qualcuno, qualcosa, qualche cosa, uno, alcuno, che, taluno, altrui, ecc.
  • Collettivi, i quali indicano un indefinito insieme di cose o persone; tra questi pronomi, quasi sempre in forma singolare, ci sono chiunque, ciascuno, cadauno, ognuno, tutto, checche sia, ecc.
  • Negativi, che negano l’esistenza di una determinata quantità o di una identità specifica; in questa categoria rientrano termini quali nessuno, niente, nulla, veruno.
  • Quantitativi, ossia quei pronomi che indicano una quantità generica: poco, parecchio, molto, tanto, altrettanto, ecc.

Siete contenti adesso? Lo sono anche io. D’altronde che c’è di meglio di una bella ripassata ogni tanto per evitare di commettere errori grammaticali? Detto questo, passiamo alla lezione mirata odierna: “Qualcun altro” o “Qualcun’altro”?

“Qualcun altro” si apostrofa o no?

Nelle lezioni precedenti, abbiamo trattato l’apocope, l’elisione e il troncamento ma, per i più distratti, ripeterò nuovamente il loro significato:

  • Apocope: “caduta della vocale finale di una parola ed eventualmente anche della consonante che la precede”.
  • Elisione: “scomparsa della vocale finale di una parola di fronte all’iniziale vocalica della seguente, allo scopo di evitare lo iato”.
  • Troncamento: “caduta di una vocale o della sillaba finale di una parola davanti ad un’altra parola che inizia per vocale o per consonante”.

Considerando che “Qualcun altro” è composta da “Qualcuno” ed “Altro”, possiamo fin da subito escludere che ci troviamo di fronte ad un’apocope. Adesso bisogna capire se bisogna utilizzare una elisione o un troncamento.

Cercherò di essere sintetico in modo che la risposta non debba seguire sentieri tortuosi. Per venirvi incontro, utilizzerò come esempio l’elisione tra due parole, “Povero” ed “Uomo”, che diventano “Pover’uomo”. La regola dell’elisione non vale, però, in altre circostanze, come nel caso di “Buon anniversario”, che rientra nel troncamento.

Nel caso specifico di “Qualcun altro”, siamo di fronte al dilemma elisione / troncamento che può essere risolto facilmente osservando le ultime tre lettere della parola “Qualcuno”, ossia uno. Come sapete benissimo, il pronome singolativo “Uno” tronca l’ultima parola di fronte a nomi maschili singolari (un uomo, un uccello, un libro, ecc.). Per questo motivo, la forma esatta è “Qualcun altro” e non “Qualcun’altro”. Chiaro il concetto? Alla prossima!

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