Quando utilizzare la “D” eufonica con “E” ed “A”

Quando utilizzare la “D” eufonica con “E” ed “A”

In un articolo precedente, avevo parlato dell’utilizzo della “D” eufonica. Per chi di voi non ricordasse, l’eufonia è un fenomeno della lingua italiana che riguarda lettere come la “D” appunto, la “I” e la “R”. La loro funziona eufonica è contemplata in determinati contesti grammaticali. Oggi vi spiegherò quando deve seguire la congiunzione “E” e la preposizione “A”.

Come sapete benissimo, la nostra lingua deriva dal latino antico e, nella fattispecie, “ED” e “AD” dalle parole latine “ET” e “AD”. Poi c’è l’eufonia, termine che deriva dal greco “euphonìa”, il cui significato è “suono armonico”.

La “D” eufonica viene utilizzata sia nel parlato che nello scritto. Ma in quale contesto? Secondo l’Accademia della Crusca, il suo uso dovrebbe essere limitato ai casi di incontro della stessa vocale, quindi nei casi in cui la congiunzione “E” e la preposizione “A” precedano parole inizianti rispettivamente per E e per A.

Per i meno svegli a capire, quanto detto significa che, se in una frase abbiamo di fronte la preposizione “A” seguita da una parola che inizia con la stessa vocale, l’effetto sonoro che ne deriva potrebbe non essere propriamente “armonico”. Lo stesso discorso vale per la congiunzione “E”.

Qualche esempio

Gli esempi sono sempre utili, e voi li amate parecchio lo so. Eccone alcuni per farvi capire meglio il concetto:

  • E eccolo che arriva con la sua nuova ragazza.

Siccome abbiamo due E vicine, l’effetto è disarmonico, quindi cacofonico.

  • Ed eccolo che arriva con la sua nuova ragazza.

Invece, in questo modo il suono diventa armonico grazie alla “D” eufonica.

  • A amore come andiamo?

Tipica frase moderna che si utilizza spesso. Anche in questo caso, abbiamo di fronte una cacofonia.

  • Ad amore come andiamo?

Aggiungendo la “D” eufonica, il suono della frase è più armonico.

Ci sono delle eccezioni?

La nostra lingua si evolve, anche se in modo molto lento. Alcune espressioni si sono talmente consolidate nel linguaggio quotidiano da aver generato delle eccezioni. Ecco allora che sono nati accostamenti della “D” eufonica di fronte a certe parole che, in realtà, non dovrebbero contemplarne l’utilizzo. Di seguito alcune frasi d’esempio:

  • Meglio fermarsi ed andare a mangiare.
  • Disponetevi quattro agli angoli ed uno al centro.
  • Ho dato fiducia ad un amico.
  • Ad esempio, potremmo andare tutti al mare.

In conclusione, l’utilizzo della “D” eufonica dopo la “E” e la “A” deve essere valutato con molta attenzione. Ricordatevi che, siccome la sua funzione è quella di rendere i suoni più armonici, dovete saper scegliere il momento esatto in cui utilizzarla. L’istinto può aiutare, ma l’orecchio è meglio! Alla prossima!

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