Verbi ausiliari: cosa sono e quando vanno utilizzati

Verbi ausiliari: cosa sono e quando vanno utilizzati

In questo articolo parleremo di verbi ausiliari. Sapete cosa sono vero? “Vagamente…”. È proprio questo vagamente che a me non piace! Quando si tratta di verbi, la vaga conoscenza non porta altro che errori grammaticali di una certa “consistenza”. Quindi, una bella ripassata è quanto meno opportuna.

Gli ausiliari sono una tipologia di verbi che, oltre ad avere un utilizzo e un significato autonomi, se vengono impiegati insieme a forme non finite di altri verbi, assumono una funzione di “supporto” nei loro confronti in modi diversi. La categoria dei verbi ausiliari comprende quello essere, quello avere e alcuni altri.

Prima che vi parli dei modi verbali propri dei verbi ausiliari, è importante una puntualizzazione: all’interno della morfologia della lingua italiana, bisogna comprendere bene il concetto di coniugazione (attiva, passiva, riflessiva, impersonale), dei modi e tempi verbali e di genere transitivo e intransitivo, quest’ultimi già trattati in un precedente articolo.

Modi verbali degli ausiliari

Come detto sopra, i verbi essere e avere possono essere d’aiuto nella formazione di voci verbali composte, attive e passive. Per questo motivo, il verbo ausiliare si divide in:

  • Indicativo, che contempla il passato prossimo, il trapassato prossimo, il trapassato remoto e il futuro anteriore;
  • Congiuntivo, che contempla i tempi imperfetto e trapassato;
  • Condizionale/Infinito/Participio/Gerundio, che contemplano il tempo passato.

Naturalmente, il verbo essere, oltre ad essere ausiliare, può essere utilizzato anche da solo grazie al suo significato di “stare, esistere, trovarsi”; stesso discorso per il verbo avere, il quale indica l’azione di “possedere, sentire, provare una sensazione”.

Verbi che si coniugano con l’ausiliare essere e avere

La grammatica italiana ha delle regole ben precise, da cui non si può scappare. Ma, in talune circostanze, queste regole o non esistono oppure non sono chiare; è il caso dell’attribuzione del relativo ausiliare ad ogni verbo. Anche se l’incertezza regna sovrana, la regola indica i verbi che si coniugano con l’ausiliare essere e avere. Ecco quali sono:

  • Verbo ausiliare essere:
  1. Verbi impersonali (è successo) e riflessivi (sono infuriato);
  2. Verbi intransitivi che vanno ad indicare qualcosa che il soggetto ha subito involontariamente (sono caduto).
  • Verbo ausiliare avere:
  1. Verbi transitivi (ho letto);
  2. Verbi intransitivi, dove il soggetto ha dato vita ad un’azione volontaria (ho salutato).

Uso indistinto dell’ausiliare essere o avere

La regola degli ausiliari sopra citati prevede delle eccezioni. Alcuni verbi (vivere, volare, nevicare, piovere, ecc.) possono avere come ausiliare sia il verbo essere che avere. In poche parole, si può utilizzare la forma “ha piovuto” o “è piovuto”; in alcuni casi, però, l’utilizzo di un ausiliare piuttosto che un altro modifica il significato di una frase, come ad esempio “L’aereo ha volato per 10 ore” e “L’aereo è volato a Milano”. Spero di essere stato chiaro ed esaustivo. Alla prossima!

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